La solitudine è un argomento che spaventa tante persone, si scappa da questa parola che rappresenta una delle più grandi paure dell’uomo. Si cerca in tanti modi di avere molti impegni nella vita e di poter stare tra la gente, questo ci tranquillizza perché in qualche maniera conferma la nostra identità (il nostro Ego) e le nostre doti prima a noi stessi e poi agli altri.
Non tutti riescono a percepire la solitudine come un mezzo prezioso per provvedere alle necessità, e chi lo ha capito, riesce ad abbracciare la solitudine come un talismano che ci dà la possibilità di conoscere noi stessi e capire chi siamo realmente. Dobbiamo ricordarci che noi siamo soli, con la vita, la creazione, ed è iniziando da questo che noi riusciamo ad essere “Uno” insieme all’altro e agli altri. Si entra in questa solitudine che non è isolamento, ma è profondità, è essere soli come lo è un Sole all’interno del suo sistema solare. Perché proprio quando ci sentiamo soli con la vita, con l’universo, che riusciamo a brillare e ad entrare in amore. Paradossalmente si pensa che per amare bisogna essere insieme, invece l’amore inizia dalla solitudine, da quando si accetta di essere un Sole.
Arthur Schopenhauer scrisse: “Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi”.
Essere soli consente di focalizzare e di capire il proprio cammino, la propria missione, permette di comprendere cosa è più adatto a sé, di calarsi profondamente in un amore sempre più grande, nei confronti della vita, delle persone, delle cose, delle situazioni, di tutto. Un amore vero, che non sfiora l’attaccamento, ma la perfezione, l’amore incondizionato, l’amore divino.
Per questo è molto importante imparare a stare da soli, a star bene in compagnia di se stessi, per poter viaggiare nella vita con un compagno fidato, che non ci abbandonerà mai. Quando si apprezza la propria compagnia, quando si riesce a stare bene con se stessi, questa nostra forza interiore brilla come un Sole, esce fuori, ed è un percorso obbligato per poi stare bene con gli altri. Se non si sta bene con se stessi, in propria compagnia, come possiamo credere di stare bene con gli altri e che questi stimino la nostra compagnia? Se non ci vogliamo bene, se non ci amiamo da soli, come possiamo apprezzare e amare gli altri?
Noi cerchiamo l’amore, questo amore fluisce, si trova ovunque, noi non stiamo cercando “la persona”, ma l’amore che scorre attraverso la persona, per riconoscere questo amore dobbiamo allenarci, sarà allora che lo incontreremo, perché è l’amore che dobbiamo incontrare, non la persona. Questa comprensione inizia proprio dalla solitudine, dall’incontrare l’amore nella solitudine, in noi stessi e in tutto ciò che ci circonda, allora saremo veramente in amore, con le parole, con lo sguardo, con i sentimenti, saremo completamente innamorati della vita.
Quando accettiamo di incontrare la solitudine ci rendiamo conto di essere uniti con il tutto, sarà la vita stessa a tenerci compagnia, non solo con una persona, ma con ogni suo elemento e ci sentiremo protetti dall’esistenza divina da non aver più necessità di altro. E con questo supporto è possibile attraversare i momenti più difficili, superare gli ostacoli e portare a termine ciò che siamo venuti a fare.
La capacità di essere soli è la capacità di amare, potrà sembrarti assurdo, ma non lo è. È una verità esistenziale, solo le persone in grado di essere sole sono capaci di amare, di condividere, di addentarsi nell’essenza più intima dell’altra persona, senza dominarla e senza esserne dipendente. Consentono all’altro una libertà assoluta, perché sanno che, se l’altro se ne va, saranno contenti lo stesso, quanto lo sono adesso. La loro gioia non può essere portata via dall’altro, perché non è stata consegnata da lui. Ma allora perché si vuole stare insieme a qualcuno? Non è più una necessità, è un lusso: si gode nel condividere, si ha così tanta gioia che la si vuole trasferire nell’altro. Sanno suonare la propria vita come un assolo: un solista di flauto sa come godersi il suo strumento in una prestazione individuale, ma se incontra un suonatore solista di tamburi, si godranno la possibilità di stare insieme e creare un’armonia tra il flauto e i tamburi.
Fonte: http://www.visionealchemica.com/la-solitudine-per-ritrovare-se-stessi/
Tratto liberamente da: www.facegood.org
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